C’è una strada che mi piace un sacco. Come si chiami, non l’ho mai saputo, e in fondo non occorre. E’ quella che da Gioia Tauro conduce a Cittanova, attraversando il territorio che chiamiamo “Piana”.
Ha bei paesaggi? Non direi, qualche scorcio forse. E’ bucolica e tranquilla? Per niente: è frenetica e scintillante come una qualsiasi arteria centrale di una qualsiasi metropoli; lo è a tal punto che passi tra uliveti secolari per quasi tutto il tragitto e neanche te ne accorgi, tanto ti distraggono le luci, il traffico, i rumori. E’ una strada di campagna? Sì, penso che possiamo dire così. E’ provinciale? Assolutamente no: è dinamica e irrequieta come fosse il centro del mondo.
Perché mi piace? Perché è unica. Solo questo? Soprattutto questo, ma non solo. E cos’altro? Una parola: torroni. Con quattro parole, mi spiego meglio: produzioni artigianali di torroni. Ovunque. Per tutto il tragitto. E’ praticamente una via dulcis, in cui ogni stazione è un bar, ma non un bar qualsiasi: uno dei più belli al mondo. E ognuno di questi scintillanti bar ha al suo interno il suo scintillante banco dei torroni. Morbidi, croccanti, al bergamotto, con miele e mandorle, al rhum, con le nocciole, all’arancia, torrefatti, al cedro, dite voi un gusto: ci sarà. Bar famosi, rinomati, di cui basta udire il nome per ritrovarsi all’improvviso con l’acquolina in bocca. Figuratevi a entrarci dentro!
C’è una strada che mi piace un sacco, e in un certo periodo dell’anno mi piace ancor di più. E’ quando l’approssimarsi del Natale la rende ancora più frenetica e scintillante di quanto non lo sia già nella normalità. Come si chiami, non l’ho mai saputo, e forse non importa. La chiameremo Via del Torrone, e io ieri l’ho percorsa per voi 😉